27/04/2024

Fluoroprofilassi: cosa è e a cosa serve

La fluoroprofilassi è un protocollo di prevenzione della carie molto utilizzata in odontoiatria. Cruciale per il benessere del cavo orale, sfrutta le importanti proprietà benefiche del fluoro che può essere somministrato al paziente in diversi modi. Insieme al Dottor Andrea Gola, attivo come dentista a Pavia, andiamo oggi a scoprire insieme l’importanza della fluoroprofilassi per il mantenimento di una corretta igiene orale.

Fluoroprofilassi: cosa è

Con il termine fluoroprofilassi ci si riferisce a una terapia medica che prevede la somministrazione di fluoro con l’obiettivo di rafforzare lo smalto e proteggere i denti dalla carie. Il fluoro svolge infatti un ruolo fondamentale nella remineralizzazione dei denti, favorendo il deposito di calcio e il ripristino dei livelli di fosforo. Altri effetti benefici noti sono:

  • Rafforzamento della struttura dentale che aiuta a prevenire fratture e patologie come l’osteoporosi;
  • Forte azione antibatterica che diminuisce il rischio di erosione della superficie del dente e l’insorgenza di infezioni;
  • Corretto sviluppo dentale durante l’infanzia;
  • Protezione dalla ipersensibilità dentinale.

Buona parte del fluoro proviene dall’alimentazione, tramite il consumo di cibi e bevande quali:

  • Latte e alcuni formaggi
  • Pesce e frutti di mare
  • Carne
  • Cereali
  • The
  • Acqua potabile o fluorizzata
  • Vegetali

Quando non si seguono corrette abitudini alimentari si può riscontrare una carenza di fluoro. La fluoroprofilassi entra in gioco in queste situazioni, ristabilendo il regolare fabbisogno di fluoro dell’individuo e le condizioni ideali di bocca e denti.

Fluoroprofilassi: tipologie di integrazione

La modalità terapeutica prediletta dai professionisti dell’igiene dentale è la fluoroprofilassi topica. In questo caso la somministrazione del fluoro avviene applicando direttamente sulla superficie dentale sostanze quali gel, smalti, dentrifici, vernici o mousse. La fluoroprofilasi topica può essere:

  • Professionale: La somministrazione viene condotta direttamente dal professionista, igienista dentale o odontoiatra, presso lo studio dentistico. In questo contesto la metodologia più utilizzata è l’applicazione di fluoro sottoforma di gel tramite apposite mascherine sottili. Queste vengono lasciate sulla superficie dentale per un tempo di circa 5 minuti, durante i quali avviene il rilascio della sostanza.
  • Domiciliare: In questo frangente il paziente provvede autonomamente all’utilizzo di prodotti a base di fluoro, secondo indicazioni fornite dal medico. Solitamente i più utilizzati sono delle mousse o dei gel a bassa concentrazione da utilizzare una volta a settimana al posto del dentifricio.

È opportuno precisare che i composti fluorati prescritti per la fluoroprofilassi topica domiciliare, anche i più leggeri come ad esempio i dentifrici o i collutori, non vanno mai intesi come sostitutivi delle controparti tradizionali. Bisogna quindi sempre rispettare posologia e modalità di somministrazione indicate dal dentista, in quanto il sovradosaggio può provocare fluorosi. Questo stato causa alterazioni dello smalto dentale sotto forma di macchie bianche e striature opache.

Un’altra tipologia di integrazione è la fluoroprofilassi sistemica, ovvero tramite compresse o gocce. Questa pratica è sempre meno utilizzata, in quanto aumenta il rischio di effetti collaterali e non offre particolari benefici rispetto quella topica. Viene suggerita per pazienti con esigenze particolari per i quali l’applicazione topica risulterebbe difficoltosa.

Fluoroprofilassi in gravidanza

Durante la gravidanza, una donna può tranquillamente ricorrere alla fluoroprofilassi topica. Non esiste di fatto nessun effetto collaterale legato alla gestazione. Una maggiore attenzione all’igiene orale della donna diminuisce anzi la possibile trasmissione di carica batterica al feto. L’utilizzo di composti fluorati quali dentifrici o collutori è quindi assolutamente possibile, sempre nel rispetto del dosaggio suggerito dal dentista.

Viceversa, la letteratura scientifica dibatte ancora sull’opportunità di ricorrere alla fluoroprofilassi sistemica. Secondo alcuni studi infatti l’assunzione di farmaci a base di fluoro, passando dalla placenta, favorirebbe lo sviluppo dentale del nascituro. Non essendoci comunque unanimità a riguardo, dato che altri studiosi non riscontrano alcun beneficio, anche per le donne in gravidanza rimane fortemente preferibile la fluoroprofilassi topica.

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